Olimpiadi dei 4 Mulini 2015: le pagelle imbarazzanti del basket.

Più attese di Emily Ratajkowski in Costiera Amalfitana, eccovi le pagelle imbarazzanti per il torneo di basket delle Olimpiadi dei 4 Mulini. Ci siamo occupati di valutare solo i giocatori di Mondavio, perché erano chiaramente i più disagiati. Godetevi questo momento di degrado offertovi in collaborazione con Poveri ma Brutti.

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Lollo: 6/7

Rispetto alla scorsa edizione sembra un giocatore nuovo, riesce anche a rendersi conto di essere in campo e questo è un passo avanti notevole. Durante i time out continua con la tradizione di leggere il Manifesto ma almeno quest’anno evita di mangiare bambini. Gioca un ottimo torneo accusando però il solito blackout nella sfida stracittadina contro San Michele. L’emozione gioca brutti scherzi e Lollenin sparisce dal gioco vagando inebetito per il campo. Il coach Coccolucio è costretto a sostituirlo quando durante un contropiede si sdraia per riposare un paio di minuti all’altezza della lunetta avversaria. Un consiglio per la prossima volta: rimani sveglio, la Rivoluzione non Russa (chiedo scudo per la battuta).

Rowel: 7

Classico giocatore da playground. Di canestro ce n’è solo uno ed è quello avversario, la difesa non è contemplata. Vuole che il gioco passi sempre per le sue mani e a fine torneo tocca più palle lui di Sara Tommasi. E’ comunque un fattore decisivo per la sua tenacia, il carattere nei momenti di difficoltà e per i punti importanti che porta in dote alla sua squadra. Come nota positiva da segnalare anche l’ottimo rapporto con gli arbitri: quest’anno nessun ferito.

Frana: 6,5

Difficile valutarlo a causa del poco impiego in campo. Gioca due partite e a metà della seconda si infortuna per la 300esima volta in carriera. Si fa comunque trovare pronto nella partita decisiva contro San Michele e in finale sacrifica due costole per la causa. Cerca di recuperare ricorrendo ai superpoteri ma si ricorda solo all’ultimo di non essere Wolverine reagendo con una pacata bestemmia tra i denti. Pochi minuti, ma tanto cuore. Peccato perché con il suo attuale stato di forma alla Adriano avrebbe potuto incidere. In negativo.

Bacchio: 7,5

Sorpresa non è lo è più da un pezzo e in questa edizione si conferma a grandi livelli. Oltre all’argento finale di squadra vince anche il premio individuale “Tamarraggine e Spocchia” grazie all’ improponibile canotta e alle esultanze imbarazzanti dopo i canestri. Riesce anche a contenere il carattere fumantino tipico dei redhair segnalandosi in negativo solo per una minaccia di morte all’arbitro (che al momento non ha avuto seguito). Decisiva la sua determinazione e l’atletismo in molte fasi di gioco, in particolare negli ultimi momenti della semifinale. Come direbbe Guido Torino Meda: “Tutti in piedi sul divano, il Rosso c’è!!”.

Marco: 7

Il golden boy della squadra si presenta ad ogni partita con lo zaino dei Gormiti e già per questo si merita il rispetto di compagni e avversari. Rispetto a due anni fa è cresciuto non solo fisicamente ma anche caratterialmente e ora non dorme più nel lettone con capitan Ciano durante i ritiri. La tecnica non si discute, tante buone giocate e la certezza di avere un potenziale notevole. Di cognome fa Barbadoro, la barba per ora non c’è, ma arriverà.

Roby: 6/7

Due anni fa fu la vera rivelazione. Nelle Olimpiadi 2015 soffre il peso della riconferma ma riesce a cavarsela comunque grazie alle sue lunghissime braccia già opzionate dalla Ryanair. Giocatore duttile e disponibile, dentro e fuori dal campo. In alcuni momenti della partita sembra essere un po’ troppo piantato e gli avversari lo scambiano per un Albero della Cuccagna arrampicandosi su di lui. Roby li scaccia utilizzando i badili che si ritrova al posto delle mani.

Bigio: 6/7

Accetta con rara umiltà le panchine iniziali e un impiego con il contagocce, facendosi tuttavia trovare pronto nel momento della chiamata. Infatti quando entra ingaggia duelli rusticani con chiunque gli capiti a tiro sfiorando la rissa ad ogni contatto. Da segnalare un episodio nella gara contro San Filippo. Bigio riceva palla fuori dalla linea dei tre punti e, mentre tutti si aspettano che riapra il gioco, prova inspiegabilmente un tiro. Dalla panchina parte un lacerante urlo “NOOOOOOOO” che si trasforma rapidamente in un “BRAVOH” (STAI FACENDO UNA TRIPLA?) a canestro realizzato.

Ciano: 8

Il capitano. Può permettersi di passeggiare e fare ancora la differenza, sia dentro il campo sia al bancone del bar. Contro san Michele, nella sfida più importante e sentita, è protagonista assoluto. Per lui il canestro diventa una vasca e spara triple da posizioni impossibili irretendo gli avversari e provocando reazioni orgiastiche tra i tifosi dello Staples Center di San Filippo. Poi in finale, dopo il lungo weekend della Notte Rosa, il canestro da vasca si trasforma in caraffa di Mojito e il capitano non ci prende quasi mai. Nel finale lascia il campo tra gli applausi fingendo di lasciar spazio ai giovani, ma in realtà non ne ha più. Nonostante i 60 anni è sempre il più forte. Per lui vale il detto: il lupo imbianca il pelo, ma non perde il vizio. E lo stravizio.

Goffi: …

Meriterebbe un capitolo a parte. Se il sudore avesse un prezzo lui sarebbe ad oggi milionario. Il coach Coccolucio lo manda in campo come centro titolare in più di una occasione venendo ripagato con prestazioni al limite della decenza. Per tre partite consecutive non segna neanche un punto, litigando ripetutamente con il canestro e con i compagni di squadra. In finale, dopo un inizio in sordina, riesce a rifarsi con alcune pregevoli giocate, andando più volte a referto ospedaliero. Il pubblico lo osanna per il suo impegno e lo acclama a gran voce come mascotte ufficiale del gruppo. Il problema però rimane sempre lo stesso: con la sua stazza potrebbe e dovrebbe fare la differenza sotto le plance, per questo tutti si aspettano di più da lui. L’anno buono sarà il 2017? D’altronde citando il buon William : “Con uno stile di fisico del genere… può accompagnare solo”. Il sudore.

Torneo Città di Mondavio – Pagelle imbarazzanti vol.4 (la finale)

Si chiude una pagina sportiva importante per la storia mondaviese con il successo di Aristoteles nella finalissima contro Borlotti. La squadra del capitano/organizzatore del torneo Marco Capocci (detto Il Lercio) si aggiudica come da pronostico la Coppa del Tomma, diventata per l’occasione un nuovo gelato Algida. Purtroppo siamo all’epilogo anche per le pagelle imbarazzanti, in attesa di una prossima edizione o di qualche evento ignorante da seguire per voi.

Enrico Goffi: 6 + –  Nel primo tempo si distrae per seguire la puntata di “Un posto al sole” e per Durpetti jr è un gioco da ragazzi andare in rete. Bacchio reagisce pacatamente infilzandolo con un arpione da baleniera. Suda troppo poco e la sua performance ne risente.

Lorenzo Diotalevi: 7,5  Si conferma miglior portiere del condominio. Una sua parata strepitosa sul Fante di spade salva il risultato. Per festeggiare la vittoria spara a due beccacce e un Daino (Goffi).

Francesco Silviotti: 7  Vanta il record di insulti subiti durante il torneo dai compagni di squadra. Ha l’ umiltà di Lapo Elkann ad inizio competizione ma Il Giallombardo che è in lui viene fuori alla distanza. Doppietta in semifinale e gol fantastico in pallonetto ieri sera.

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Andrea Silviotti: 6,5  Gioca con la maglia di Ciro Ferrara e la mobilità di Giuliano Ferrara. Dimostra un invidiabile stato di forma segnando una doppietta nella finale per il terzo posto. Poi ai rigori calcia uno dei peggiori penalty nella storia del calcio a 5. Qualcuno dagli spalti si accorge che è il sosia di Billy Bob Thornton e viene scritturato per il sequel di Babbo Bastardo.

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Jacopo Belfioretti: 8  Il voto è per tutto il torneo. Capocannoniere ufficiale con 18 marcature e 7 gol realizzati in un’unica partita. Per non sbagliare continua a collezionare record nella cena finale svuotando le riserve di cibo del Lola. E nell’intervista a Sky rilancia dichiarando di voler battere nella prossima edizione anche il primato di bestemmie nei tempi regolamentari.

Luca Durpetti: 7  Il suo voto sarebbe più alto se non avesse la freddezza di Pietro Vierchowod sotto porta. Gioca con la cattiveria agonistica di un ergastolano cileno e strappa tibie degli avversari per la sua collezione personale.

Cristian Durpetti: 6,5  Cerca di trascinare una squadra di giovani promesse con spirito da capitano di lungo corso e frustate negli spogliatoi. Ma di fronte al talento naturale di bomber Manuel Rocatti si trova in difficoltà anche lui. Per sfogarsi sfonda un muro a testate.

Maurizio Mezzanotte: 7  Il maratoneta ha ancora una forma strepitosa. Alcuni cecchini appostati in posizioni strategiche cercano di abbatterlo ma lui è imprendibile. Dopo il fischio finale continua a correre anche sotto la doccia. Quest’anno migliora nettamente il suo rapporto con gli arbitri e ne ferisce gravemente solo un paio.

Moreno Spinaci: 6,5  Il Jacques Villeneuve della vallata non è ancora pronto per appendere le scarpe al chiodo. Si prepara a far da chioccia ai giovani poi si accorge che il meno anziano in squadra è Elton e rinuncia ai suoi intenti. In campo è ancora un manuale del calcio per umiltà e tackle assassini.

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Valter Carta: 6  Gioca con la pattada nei pantaloncini e da tradizione prima di ogni partita si spara un piatto di malloreddus al pecorino e due bocce di cannonau. In campo alterna parate da sardo subito a cazzate colossali, ma rimane un genio indiscusso con la palla ai piedi.

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Claudio Tonucci: 6 +  Si presenta in campo con una collana di denti di squaletto per intimidire gli avversari. Dopo 30 secondi di gioco esce dal campo per un attacco di febbre e un’improvvisa ricrescita di capelli. Ma sono 30 secondi di grandissima esperienza. Conferma la sua nomea di vincente conquistando il secondo titolo in 3 anni.

 

Ed ora un momento serietà: per dettagli, foto, recensioni e statistiche del torneo consultate il sito ufficiale della competizione!

 

 

 

 

Torneo Città di Mondavio – Pagelle imbarazzanti vol. 3

Ieri sera si sono giocate le due semifinali del torneo Città di Mondavio giunto alla ventordicesima edizione. Solita splendida cornice di pubblico e nuovo record di incassi per il Picchi. Da segnalarsi la presenza di Rupoli Tv per seguire le gesta dei protagonisti in campo. Il sintetico più scivoloso d’Italia ha sancito i suoi inesorabili verdetti e saranno Borlotti e Aristoteles a giocarsi la vita nella finalissima di domani. I Borlotti hanno stupito tutti conquistando il cuore del pubblico e i reni degli avversari. Tutto secondo pronostico invece per Aristoteles, dato vincitore da tutti i bookmakers della Valcesano. Ed ora, più attese del vin brulè sotto il chiostro a Natale, ecco le pagelle imbarazzanti delle semifinali. La scelta è caduta su 3 protagonisti di ieri in attesa del ricco pagellone delle finali. Stay hungry, stay erpes.

Roberto Casini: 7  E’ talmente abituato a giocare con il supporto di tutori che ormai ad ognuno di essi ha assegnato un nome. Ginni, il tutore al ginocchio, gli salta al primo contrasto di gioco con una zanzara. Sembra aver recuperato bene dall’infortunio alla caviglia e regala giocate da applausi sbagliando tutti i passaggi e camminando in campo. Ma nei momenti decisivi viene fuori il carattere e l’esperienza dell’imbonitore da fiera. Durante il time out trova tra il pubblico nuovi clienti per i suoi surgelati a domicilio e caricato dagli affari conclusi segna nel supplementare il gol partita. Un suo micidiale tiro di punta trafigge mortalmente il cianotico Poletti. Momenti di panico quando perde palla da ultimo uomo lanciando l’attaccante avversario solo davanti a Goffi. Il portierone in crisi di fame sbrana l’avversario ma l’arbitro Tarsi non si accorge di nulla perchè troppo impegnato nella realizzazione di un centrotavola in pizzo.  Bionico

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Fabio Tarsi: 6,5  E’ il giocatore più umile della storia del calcio a 5. Sacrifica il suo minutaggio per far giocare i compagni di squadra che lo ripagano con la vittoria e il furto del portafoglio con la busta paga del mese. Lui non fa una piega e sorride: la finale è sua. Nei 4 minuti in campo regala contropiedi quasi letali (per se stesso), si concede un colpo di tacco strepitoso e una faraona ripiena. A fine partita completamente galvanizzato indossa una cotta ad anelli e si guarda per 6 volte di fila il dvd de “Il Gladiatore”. Non pago raggiunge in biga la casa del fratello simulando un assedio. Bilo risponde liberando un enorme leone che il fratello affronta a mani nude.  Fante Decimo Meridio

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Federico Bracci: 6  Su livelli normali nelle fasi di gioco, diventa un top player nel terzo tempo scolandosi un fusto di birra triplo malto. In campo cerca di mantenere unita una squadra con gli uomini contati a causa di un’epidemia di tifo. Al primo recupero difensivo si attacca ad un respiratore artificiale e cerca disperatamente in panchina un cambio che non c’è. L’amara scoperta lo porta a bestemmiare ripetutamente proprio nel momento in cui il prete passa per benedire il campo. Come penitenza è costretto a seguire un corso di filosofia della gnocca tenuto da Graziano Guiducci e Topolino. Si ristora a fine partita immergendosi in una vasca di latte d’asina. Prima di passare alla birra.  Saggio

 

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Torneo Città di Mondavio – Pagelle imbarazzanti vol. 2

Ieri sera si sono disputate due partite utili a definire gli accoppiamenti nelle semifinali. Come al solito diamo zero spazio alla cronaca e ci concentriamo sugli aspetti che realmente contano in una partita di calcetto. Dopo un’attenta selezione dei candidati più ignoranti della serata ecco il pagellone.

Gabriele Tarsi: 8 Protagonista assoluto di giornata. Arriva al Picchi di Mondavio con la carica giusta incendiando le macchine degli avversari per intimidirli. Poi sul campo è inarrestabile. Regala un gol da vero centravanti, sponde improbabili e un dribbling letale da scolopendra (lo stesso dal 1985 ma c’è ancora chi ci casca). A fine gara invece della maglia lancia al pubblico entusiasta la milza del fratello. Lo scontro fratricida con John Fante era uno dei maggiori motivi di interesse dell’incontro e dopo il verdetto del campo i due hanno deciso di continuare la sfida a birre e salsicce dal Tomma. Ancora in corso. Chi fosse interessato può seguire il live streaming su questo sito. A breve il link.  Caino

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Gabriele Pasquini: 7,5  Appena ufficializzata la presenza del Daino tra i pali comincia a sbavare. Nel prepartita affila le lame pregustandone le carni selvatiche e per caricarsi manda un messaggio di gruppo per la grigliata di sabato. Entra in campo con la mannaia ma gli viene inspiegabilmente sequestrata dai giudici di gara. Segna uno dei gol più belli del torneo. Peccato che lo faccia durante il riscaldamento. Ma il destino del Pasquide Gabriele non si è ancora compiuto. Nel primo tempo fatica a trovare il suo colpo leggendario e si accontenta di uno stinco di Othmann. Poi nella ripresa accade l’imponderabile. Al minuto 13 s’invola sulla fascia producendosi in un’epica cavalcata ma scivola clamorosamente sul fondo reso viscido dalle secrezioni di Goffi. Gli dei del calcio lo premiano trasformando la rovinosa caduta in un tiro accidentale dalla traiettoria imparabile: il Colpo del Cigno. Palla nel sette ed esultanza smodata per il gol partita.  Tallone da Killer

Loris Contardi: 6 +  Capisce subito che sarà una partita difficile e forte delle sue doti di spadaccino si veste da pirata dei Caraibi. Per l’occasione fa allestire dal Tomma un laghetto per la pesca sportiva dietro gli spogliatoi. Nonostante gli avversari siano rinomati per la sterilità offensiva viene spesso e volentieri chiamato in causa sfoderando un uncino e un ghigno da corsaro. Blocca il risultato sul 2-2 e si concede un paio di rum al bar dei pirati. Nella ripresa sente tirare la lenza, si precipita alla sua postazione ma scopre che ad aver abboccato è Cioni ingolosito dalla pastura. Deluso dalle circostanze ingabbia Cristian in una nassa e parte all’arrembaggio ma viene respinto dalle cannonate avversarie. Perde la partita ma recluta una ciurma di esseri informi e schifosi bucanieri per la caccia allo Squalo.  One Piece

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Andrea Olivieri: 7,5  Uno dei pochi a salvarsi nella debacle speroniana. Nel primo tempo è totalmente impegnato in una lotta corpo a corpo con un orso marsicano sfuggito ai palettoni di Dodo sul Gran Sasso. Avuta la meglio sull’enorme Urside ricompare in campo con addosso la sua pelliccia. Nella ripresa può riversare tutta la sua ferocia sui suoi avversari ma la partita è ormai compromessa. Segna una doppietta, mutila due avversari e serve pappardelle all’orso al Castagno.  Apocalypto

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Luciano Poletti: 6,5  Si rende conto dopo mezz’ora di non essere allo Staple Center di San Filippo ma sul sintetico del Picchi. La sua difesa è più perforata degli orifizi di Sara Tommasi ma il prode Ciano prova in tutti i modi a difendere il risultato nella prima frazione di gioco. Nel secondo tempo accusa la dozzina di Mojiti freschissimi serviti sottobanco dal Tomma che gli permettono di perfezionare una tripla doppia inaspettata. La sua squadra già allo sbando subisce un passivo ancor più pesante.  Scolapasta

 

Graziano Guiducci: n.c. Quando il gioco si fa duro compare lui. Avrebbe dovuto giocare questo torneo ma non si è mai presentato. In compenso nelle vesti di mental coach è riuscito a motivare i suoi compagni a conquistare un ambito ultimo posto con 4 sconfitte su 4. Per rifarsi promette spaghettata cozze e granchi pescati personalmente nel Mari del Nord. E fiumi di Bellavista. Ai Postumi l’ardua sentenza.  Die Hard

 

Torneo Città di Mondavio – Pagelle imbarazzanti vol.1

A Mondavio si sta disputando uno dei maggiori tornei internazionali di calcio a 5. Davanti agli oltre 15000 spettatori paganti dell’Armando Picchi si sono ieri sera sfidate Speroni – Oronzo Canà e Borlotti – Aristoteles. Ecco una rassegna random di voti, figlia dell’ignoranza e del Caffè Sport Borghetti.

Marco Capocci : 7-  Gioca con uno scafandro da palombaro per paura di raggiungere Roberto “Bofrost” Casini nella classifica all-time dei giocatori con più infortuni nel torneo cittadino. Riesce nell’impresa di non farsi male ma non è la solita freccia di Via Buzzo. Durante l’intervallo l’arbitro Tarsi gli consegna un avviso di garanzia per palese conflitto d’interesse (organizzatore – giocatore). Lui reagisce bene snocciolando un rosario di bestemmie prima di azzannarlo alla giugulare. Suarez

Gianluca Bacchiocchi: 7,5  Il Rosso è sempre sinonimo di garanzia a queste latitudini. Reduce da un sabato sera ignorantissimo sfodera ancora la stessa elegante canotta gentilmente concessagli da Zuniga. Ad inizio gara viene insignito del brevetto europeo di primo soccorso per un suo intervento provvidenziale nei confronti di una ragazza americana in difficoltà. Il massaggio gastrico praticato da Bacchio è già un must negli ospedali di tutto il globo terracqueo. In campo sembra invece predicare nel deserto ed è costretto a richiamare più volte all’ordine i suoi con urla e calci negli stinchi. Nel secondo tempo seda il giovane Silviotti con una dose di tranquillante e opera senza anestesia la caviglia malconcia di Cabelli.  E.R.

Gabriele Pasquini: 6,5  Si presenta all’ultimo sul sintetico del Picchi provato da una giornata di estenuanti trattative con un gruppo di sceicchi di Dubai. Jasquin ne esce fuori assicurandosi 50 capi bovini, 8 dromedari e uno staff di ballerini di zumba acrobatica. Entra subito in partita con un retropassaggio sciagurato per il quale rischia la castrazione chimica. Poi tanto impegno, poca corsa e un paio di tavoli prenotati alla Villa delle Rose. Per info, liste e grigliate Gabry Pr.  Trasformista

Andrea Carboni: 7  Inizia come al solito con coraggio e generosità. Poi rimane coinvolto in una sparatoria tra gang rivali per il controllo del narcotraffico nella Valcesano. Gambizza 3 avversari ma si ritrova senza una caviglia. Con enorme cuore continua a giocare fino a quando ormai privo di sensi si rifugia in porta salvando a più riprese il risultato e la propria vita.  Stoico

 

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Giacomo Ricci: 6/7  Si accorge di essere in campo dopo 15 minuti. Cerca disperatamente di stoppare un pallone e quando per la prima volta ci riesce l’arbitro fischia fine primo tempo. Nell’intervallo si riprende bevendo 4 grappe con Dario Hubner diventando immarcabile nella ripresa. Oltre a tanta corsa trova lo spiraglio per un tiro velenoso che Diotalevi devia in angolo. A fine gara trova nei calzettoni una tibia. Lo sfortunato possessore è pregato di recuperarla presso il campo sportivo di Mondavio.  Ginger Ale

Lorenzo Diotalevi: 6+  Sarebbe da s.v. se non fosse per un paio di interventi che lo vedono come sempre reattivo. Nel mezzo un mare di noia che il portierone prova a sconfiggere organizzando un torneo di briscola e sfogliando il nuovo catalogo Ikea. Casini prova a distrarlo raccontando barzellette sui camionisti e lanciando in campo buste di ortaggi surgelati. Ma Lollino para anche quelle.  Annoiato

Nicola Tarsi: 6  In campo si divide tra gioco e arbitraggio riuscendo a strappare una sufficienza complessiva più di stima che di merito. La sua partita è tutta racchiusa in un’azione epica in cui si segnala per una sponda di testa a cui segue uno stop di petto e semirovesciata a fil di palo sul passaggio di ritorno. Per un’istante il pubblico rivede in lui il cigno di Utrecht. Ma 30 secondi dopo torna ad essere il fenicottero di Santa Maria. Da arbitro rischia il linciaggio per una svista in area di rigore. Si salva regalando un paio di orologi e la macchina a Cabo.  Survivor

Enrico Goffi: s.v.  E’ il caso diplomatico di giornata. Doveva giocare in porta per i Borlotti al posto dell’ingegner Priori deportato in Uruguay. Poi una sentenza del tribunale di Losanna lo ferma sul più bello, ma la squadra dei fagiolari annuncia ricorso al Tar di Rupoli. Per sicurezza il Daino si è presentato in campo già completamente sudato nonostante la serata autunnale. Il ritorno dell’Anguilla.  Escluso

In un mare di noia la rivincita di Romero

Ieri tra Argentina e Olanda ha vinto la noia. Partita brutta, soporifera, priva di qualsiasi emozione. Per chi l’ha seguita tutta è stato difficile tenere gli occhi aperti. Pregavo si arrivasse ai rigori per vedere finalmente tiri in porta, per respirare un’aria che avesse un sentore di tensione. Così è stato. Dopo 120′ di nulla assoluto, con squadre impaurite e contratte, sono stati necessari i calci di rigore per decidere la seconda finalista.

Se si fosse andati ad oltranza con le regole del campetto (chi segna vince) probabilmente Olanda e Argentina sarebbero ancora in campo. E dal dischetto i protagonisti sono stati quelli che non ti aspetti. In molti immaginavano ancora una volta la mossa geniale/pazza di Van Gaal: fuori il portiere titolare Cillessen dentro la riserva (pararigori) Krul. Invece il tecnico olandese si è giocato le tre sostituzioni in maniera diversa, un po’ per scelta un po’ per necessità, e tra i pali nessun cambio tattico.

A decidere l’incontro è stato allora Romero, portiere con scarsa fama della formazione Albiceleste, considerato mediocre da buona parte degli addetti ai lavori e non. “Quello è scarso, basta tirare” è stato una frase ricorrente durante i Mondiali, ma il buon Romero non se ne è mai preoccupato più di tanto. Fino all’apoteosi di ieri sera. Due rigori neutralizzati (Vlaar e Sneijder ) e Argentina in finale. Eroe per un Paese. Bomber per tutti noi.

Il giorno più nero del Brasile

Una rassegna di immagini dalla semifinale di ieri. Il dramma sportivo del Brasile, sconfitto in casa per 7 a 1 dalla Germania. Pochi i commenti e poche le attenuanti per quella che resterà nella memoria di un popolo come la più grave e umiliante sconfitta nella storia calcistica. In tanti ci siamo trovati a ripetere il punteggio durante la partita vedendo continuamente crescere il passivo per i brasiliani. Quasi a doverci convincere in prima persona di ciò che stava succedendo. L’incredulità è stata forse la reazione più comune per chi ha visto la partita di Belo Horizonte. Ora il Paese dovrà rialzarsi dignitosamente e non solo da un punto di vista sportivo. Non é facile convivere con le contraddizioni di una potenza economica emergente segnata al suo interno da grandi problematiche sociali, volutamente nascoste per la vetrina dei Mondiali.

E ora per chi tifare? Brasile, Germania, Argentina e Olanda viste da noi.

Con l’Italia fuori causa e tutte le sorprese di questo Mondiale eliminate diventa difficile scegliere una squadra tra le quattro contendenti rimaste in gara. Proviamo per gioco a selezionarne una e a vedere pro e contro della scelta.

Partiamo dal Brasile padrone di casa. Dal punto di vista del gioco, come già ampiamente sottolineato, è una delle versioni carioca meno tecniche, poco spazio alla fantasia e allo spettacolo, più corsa e pragmatismo, meno palleggio. Qualcosa di raro a queste latitudini. Sono abituati a vincere e non a caso detengono il record di titoli (5). Un eventuale trionfo in questa edizione aumenterebbe il divario con la prima inseguitrice, guarda caso proprio l’Italia. Ma il pubblico brasiliano sugli spalti, nelle piazze o sulle spiagge è terribilmente contagioso a livello di entusiasmo, energia e positività. Come fanno a risultarci antipatici? Da ultimo, ma non in ordine di importanza, la bellezza del tifo femminile. Su questo dato è inutile soffermarci, l’evidenza parla da sola.

Passiamo alla Germania. Squadra solida, forte, compatta. Sempre presente e sempre almeno semifinalista nelle ultime quattro edizioni. Tre Mondiali vinti e l’occasione per agganciare gli azzurri nel medagliere. A dir la verità simpatici non ci sono mai stati. Al di là di ogni considerazione storico-politica, sono sempre stati nostri rivali sul campo da calcio. E le ultime grandi sfide ce le ricordiamo bene. Indimenticabile la semifinale mondiale 2006 vinta in casa loro o quella degli Europei 2012 con la faccia incredula (o ammirata?) della Merkel di fronte all’esultanza statuaria di Balotelli. Sembra passato un secolo. Ma di questi tempi meglio vivere di ricordi.

L’Argentina è arrivata in semifinale soffrendo. Si è aggrappata al talento fenomenale di Leo Messi nel girone, ha visto la crescita esponenziale di Di Maria e da ultimo il ritorno al gol del Pipita Higuain. Ma difesa e portiere non ci sembrano invulnerabili e il centrocampo è fatto di incontristi e non di tessitori. Gioco e spettacolo spesso latitano, caratteristica comune con i cugini brasiliani. Vincendo arriverebbero al terzo titolo nell’albo d’oro della competizione. L’ultimo è quello del 1986 con Diego Armando Maradona, ci riuscirà il suo erede Messi?

Infine l’Olanda. Anche loro ci stanno simpatici. Sarà per il colore arancio fluo nelle maglie. Sarà perchè è il paese dei mulini a vento, dei tulipani e della grande apertura sulle politiche sociali. Dai matrimoni gay alla legalizzazione delle droghe leggere. Sarà perchè sono eterni secondi, tre volte finalisti ai Mondiali (due nell’era Cruijff e del calcio totale) e sempre perdenti. Ora le stelle sono Van Persie, Robben e Sneijder. Ma il vero genio forse siede in panchina al comando della truppa. E risponde al nome di Van Gaal. Ecco se proprio dobbiamo scegliere vogliamo che sia l’Olanda a vincere questo Mondiale 2014. Buona fortuna Oranje!

Nibali già padrone del Tour: tappa e maglia gialla

Sapevamo fosse in gran forma. Forse non fino a questo punto. Alla seconda tappa del Tour de France, Vincenzo Nibali è già in maglia gialla, grazie alla strepitosa vittoria maturata ieri all’arrivo di Sheffield. Lo Squalo ha voluto subito mettere le cose in chiaro, niente attendismo ma subito una grande dimostrazione di forza.

In realtà sembra che l’attacco negli ultimi 1800 metri di tappa non fosse stato pianificato e che Nibali abbia approfittato dell’occasione e del gran lavoro del compagno di squadra Fuglsang. Nonostante il vento contro Nibali è partito sulla sinistra della carreggiata e con una vera azione da finisseur è arrivato fino al traguardo con 2″ di vantaggio sui primi inseguitori, Van Avermaet e Kwiatkowski. Il gruppo, affaticato e sorpreso, ha reagito tardi e non è riuscito a tamponare lo scatto del siciliano.

L’ultima maglia gialla italiana risale al 2009 con Nocentini (poi presa da Contador) mentre per trovare il vincitore del Tour più vicino nel tempo dobbiamo arrivare all’ indimenticato e indimenticabile Pantani del 1998. L’entusiasmo è alto e le attese ora sono ulteriormente giustificate. C’è grande carica e consapevolezza di forza in squadra Astana, ma anche tra gli addetti ai lavori, opinione pubblica, tifosi e appassionati.

L’importante è rimanere con i piedi per terra (o meglio sui pedali) sapendo che siamo solo all’inizio di una corsa dura e lunga, dove i fattori in gioco sono molteplici sia sul piano mentale che fisico. Intanto godiamoci questa maglia gialla con la certezza che l’umiltà e il carattere di Nibali non gli permetteranno cali di concentrazione.